Costruire una veranda sul balcone, limiti e autorizzazione da richiedere

  • 7 anni fa
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Gli appartamenti condominiali non sono di certo famosi per la loro grandezza e spesso, quando la famiglia aumenta, i problemi di spazio diventano pressanti. Costruire una veranda può essere la decisione giusta per acquistare spazio aggiuntivo ma, come si fa? Che permessi bisogna richiedere? Il condominio ha voce in capitolo? Vediamolo insieme.

 

Costruire una veranda sul balcone, il permesso del Comune

 

Costruire una veranda, vuol dire guadagnare spazio extra per il proprio appartamento e quindi, bisogna richiedere l’autorizzazione a costruire al proprio Comune di residenza, tramite la presentazione del progetto ad opera del proprio tecnico. Questo perchè la veranda è da considerarsi come una nuova costruzione, destinata a durare nel tempo e non a sopperire un bisogno di spazio momentaneo.

Stando ad alcune sentenze della Corte di Appello di Roma e della Cassazione, il permesso per costruire una veranda sul proprio balcone è necessario anche quando questa sia costituita da pannelli di vetro, con intelaiatura metallica, il tutto facilmente scomponibile. Per questo, onde evitare d’incorrere in procedimenti legati all’abuso edilizio, è sempre meglio che chi acquista un appartamento con veranda sul balcone, richieda di visionare tutta la documentazione che attesti la regolarità dell’operazione.

 

Costruire una veranda sul balcone e il rispetto del decoro architettonico

 

Chiarito che per la costruzione di una veranda sul balcone è necessaria l’autorizzazione del Comune,  bisogna ora chiarire un altro punto, prima di entrare nel vivo della “questione condominio”: il Comune NON può subordinare il rilascio dell’autorizzazione all’assemblea del condominio. Se l’impiegato addetto alle pratiche dovesse richiedere al fine della concessione, la presentazione di un documento che attesti il benestare dell’assemblea del condominio, tale richiesta è da considerare nulla.

Detto questo, passiamo ad analizzare la controversa questione dell’autorizzazione condominiale.

Vivere in un condominio non è facile e questo si sa ma, per una questione di pacifica convivenza è sempre meglio attenersi ad alcune regole, che rientrano più nel viver civile, che nella mera giurisprudenza.

Stando a quanto riportato nel codice civile infatti, se la veranda in questione non altera il decoro architettonico dello stabile, o crea dei problemi strutturali a questo, il condomìno può costruire senza richiedere l’autorizzazione dell’assemblea, ma deve comunque comunicare all’amministratore l’intenzione di costruire o la data d’inizio dei lavori; questi poi provvederà a passare l’informazione a chi di dovere. 

Ma, quand’è che il decoro architettonico è da definirsi “in pericolo”?

 Molti giudici concordano sull’idea che il decoro dello stabile è da considerarsi “leso” quando la veranda è realizzata secondo uno stile diverso, rispetto a quello di tutto il resto dell’edificio. In tal caso, è bene che chi esegue l’intervento faccia in modo che l’amministratore sottoponga il caso all’assemblea, richiedendo un’autorizzazione firmata, in modo da tutelarsi da futuri ed eventuali ripensamenti.

Terminati i lavori, bisogna comunicare al Catasto la nuova volumetria dell’immobile, in modo da aggiornare i dati contenuti nei registro

 

 

 

 

 

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